Trasformazione, decrescita ed economie di comunità in Stuttgart

Making Transformative Geographies

Il libro di Benedikt Schmid di recente pubblicazione intitolato Making Transformative Geographies: Lessons from Stuttgart’s Community Economy esplora la costruzione di futuri urbani post-crescita più sostenibili ed equi attraverso l’analisi del lavoro di ventiquattro iniziative di comunità nella città tedesca di Stuttgart.

Schmid nota che una delle più importanti scoperte della sua ricerca risiede nell’impossibilità di scindere in modo chiaro traiettorie sostenibili da traiettorie non sostenibili, e similarmente orientamenti economici di decrescita da orientamenti economici di crescita.

Nella loro continua ricerca di possibili strategie per la creazione di pratiche economiche giuste e sostenibili, le iniziative di comunità analizzate nel suo studio si trovano spesso a destreggiarsi tra ostacoli e opportunità e a trovare compromessi per continuare a sopravvivere.

Un esempio è costituito da Smark, un’organizzazione che gestisce supermercati automatizzati aperti 24h al giorno che offrono cibo biologico a Km0, ma che, per poter sopravvivere nel mercato competitivo della vendita al dettaglio, vende il proprio sistema tecnologico automatizzato a investitori che non necessariamente puntano a promuovere un consumo sostenibile.

Molte delle iniziative che Schmid analizza nella sua ricerca si trovano a dover cercare compromessi per poter continuare ad operare, così come emerge dal commento di uno dei partecipanti: “Se dovessi seguire I miei ideali al 100%, rimarrei con i miei ideali ma senza un team e un’attività e, di conseguenza, un impatto sulla società”.

Schmid nota che la decisione di trovare dei compromessi piuttosto che chiudere i battenti rappresenta un momento chiave che consente a pratiche trasformative di emergere. Pertanto, Schmid sostiene che i compromessi diventano più importanti di un’aderenza totale ai principi di decrescita – il compromesso potrebbe essere considerato una pratica chiave di decrescita.

Una strategia per assicurare che queste iniziative possano sopravvivere è rappresentata dalla creazione di connessioni e coalizioni tra iniziative simili che si prefiggono di risolvere problemi sociali e ambientali.

Ad esempio, il workshop Hobbyhimmel – una struttura aperta a tutti che garantisce l’accesso a macchinari e strumenti high-tech e low-tech per supportare la riparazione, condivisione, e produzione locale di beni – costituisce una risorsa fondamentale per altre iniziative sul territorio, quali Smark, Relumity (attività votata allo sviluppo, produzione, e vendita di luci a LED sostenibili e riparabili), Lastenrad (un sistema gratuito di scambio di biciclette cargo), e Grünfisch (un progetto di acquaponica).

L’impegno di Hobbyhimmel nel supportare altre iniziative si può evincere da uno dei commenti fatto da uno dei partecipanti mentre parlava del proprio lavoro: “Noi supportiamo tutti coloro che non accettano lo status quo. Si tratta di persone che lavorano sui diversi progetti… e che fanno tutti qualcosa in relazione al loro campo di lavoro, pratica, attività commerciale o altro. E noi li supportiamo in quello che fanno.”

L’enfasi sulle azioni quotidiane di organizzazioni e gruppi è una caratteristica distintiva dell’analisi contenuta nel libro di pratiche trasformative che contribuiscono al cambiamento economico verso un mondo più sostenibile e equo.

Benedikt Schmid è un membro del network mondiale di ricercatori delle economie di comunità (Community Economies Research Network - CERN). Schmid ha un dottorato di ricerca in Geografia dall’Università del Lussemburgo. Questo libro è basato sulla sua ricerca di dottorato. Al momento Schmid è un ricercatore postdoc all’Università di Freiburg. La sua ricerca si concentra sul ruolo che iniziative di comunità e imprese sociali hanno nella transizione verso un’economia di post-crescita.

 

Jenni Cameron

Tradotto da Sara Tornabene, PhD Candidate, UNC Charlotte, United States